Notte nazionale del Liceo Classico
Malgrado le innumerevoli difficoltà di quest’anno travagliato, in parte anzi proprio con spirito propositivo e teso a valorizzare la funzione altamente compensativa che da sempre compete alla cultura, soprattutto nei momenti in un cui le ombre sembrano allungarsi su di noi, il Liceo Classico vuole esprimere un segno di vitalità e di fiducia nel futuro.
Le parole del passato, dei nostri amici adulti (orizzonte, nostalgia, squilibrio, fonte, trasformazione, coraggio, purgatorio, silenzio, fatti, prossimità, gentilezza) e quelle del futuro, dei nostri attuali alunni (parola, cambiamento, melanconia, bellezza, libertà, schiavitù, cecità, diaframma, contatto, ascolto) ci hanno accompagnato, in un’avvincente approssimazione che declina il nostro presente alla luce della coniugazione del nostro passato, tessendo un discorso in cui sostantivi e verbi si fanno emozione. Eccoci, dunque, alla meta.
Si terrà, venerdì 28 maggio, la VII edizione della Notte Nazionale del Liceo Classico, manifestazione che accomuna idealmente studenti, docenti e tutti coloro che – a diverso titolo – sono legati a questo indirizzo del nostro Liceo, come ogni anno in contemporanea con i Licei di tutta Italia, aderenti all’iniziativa.
Sulle tracce del popolo che ci ha aperto gli occhi alla filosofia, all’indagine storica, alla ricerca medica e scientifica, alla lirica e al teatro, riconduciamo l’espressione drammaturgica laddove essa ha mosso i primi passi, nell’abbraccio della natura: verrà presentata infatti a Libarna, il 28 Maggio, una trilogia di testi classici, interpretati dagli alunni del Liceo “E. Amaldi”, del “Peano” di Tortona e del “Saluzzo Plana” di Alessandria, significativamente uniti in una sinergia che vuole essere tangibile riprova del valore aggregante e costruttivo della cultura, da cui non si può pensare di prescindere in questa fase di rinascita.
«Nessun uomo è un’isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto. Se anche solo una zolla venisse lavata via dal mare, l’Europa ne sarebbe diminuita, come se le mancasse un promontorio, come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi, o la tua stessa casa. La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell’umanità. E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te».
John Donne,
Da Meditazione XVII
in Devozioni per occasioni d’emergenza
Ultima revisione il 17-09-2024