Progetto "Cruscando"
Il progetto di classe consiste nella pubblicazione di estratti del lavoro svolto, con cadenza settimanale, da ciascun alunno della classe 3^AC, individualmente (seguendo l’ordine alfabetico invertito), ed esposto in aula ogni venerdì; l’argomento è attinto dalle parole che l’Accademia della Crusca pubblica quotidianamente sul suo sito per celebrare l’anno dantesco. A ciascun alunno, in ogni settimana, è affidato il compito di monitorare le scelte dell’Accademia e di selezionare, tra esse, la propria “parola dantesca” del cuore, di cui esporrà di fronte ai compagni un commento argomentato, con riferimenti al proprio percorso culturale e a seconda della propria sensibilità artistico letteraria, nonché umana.
Introduzione della docente, prof.ssa Patrizia Fava
“Una parola di Dante è uno squarcio su un mondo”
(Claudio Marazzini,
presidente dell’Accademia della Crusca)
La scelta di “andar cruscando” esprime l’intento di compiere un’operazione di indagine selettiva all’interno dell’inesauribile patrimonio che il sommo pota ha curato per noi e che ci ha consegnato, così ricco e pregnante, affinché potesse costituire il presupposto per una più consapevole acquisizione di identità culturale, nonché politica che, ad oggi, piace recuperare.
Ugualmente, piace pensare che i nostri studenti, percorrendo le tappe del viaggio dantesco, possano riappropriarsi di valori di tolleranza e dignità, nella loro natura più squisitamente inclusiva e interculturale, come solo un classico ha saputo consegnarci, ben al di là di quella che era per lui una radicata visione cattolica. Se ancora oggi lettori di ogni fede e indirizzo culturale possono riconoscersi nelle sue parole è forse proprio grazie al respiro più alto dei suoi versi e alla molteplicità dei piani di lettura cui la sua opera si presta. Fra questi, indubbiamente la parola, recuperata nel suo valore formativo e ancestrale, valida e significativa persino al cospetto di Dio:
“la tua voce sicura, balda e lieta
suoni la volontà, suoni ‘l disiò,
a che la mia risposta è già decreta”
(“Pd”. XV, 67/69).
Ma nel e col dare il nome alle cose, Dante non si limita a proporsi come padre della nostra lingua, poiché la sua sete di concretezza e chiarezza risponde ad un obiettivo più alto, che si palesa solo al termine del suo lungo cammino, di dubbio in dubbio, di domanda in domanda, fino ad un passo da un Dio che non è solo Amore, ma ordine, logico e matematico; perché anche per lui, come per una altro dei nostri più illustri talenti, la natura parla con linguaggio matematico, ma quale stupore nella scoperta delle potenzialità “di poter parlare con chi abita nelle Indie, o con chi ancora non è nato grazie ai vari accostamenti di venticaratteruzzi sopra una carta”!
Da “Santa Croce”, da Ravenna possiamo dunque ripartire, e alle voci di chi è ospitato in quei sepolcri siamo chiamati a tornare, per non dimenticare il nostro connaturato e inestinguibile anelito tradurre il Kaos in Kosmos, di dubbio che rampolla in dubbio, finché
“Nel suo profondo vidi che s’interna
legato con amore in un volume,
ciò che per l’universo si squaderna”
“Pd.” XXXIII, 85 / 87
Introduzione della studentessa Laura Borghero
In memoria dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri, la nostra classe, III A del Liceo Classico, ha scelto di affidarsi alle parole del poeta stesso. Abbiamo così dato vita al progetto “Cruscando”.
L'iniziativa è nata con lo scopo di riportare alla memoria alcuni termini caratterizzanti la poesia del sommo poeta, attraverso un’indagine personale e autonoma, attingendo dal sito web dell’Accademia della Crusca.
Ultima revisione il 17-09-2024