Il Liceo potenziato in matematica

                                                                          

Ormai da 5 anni il Liceo Amaldi propone il progetto del

 LICEO POTENZIATO IN MATEMATICA     freccia

L’iniziativa è nata su proposta dell’Università degli studi di Torino, in particolare del Dipartimento di Matematica, che promuove e sostiene l’esperienza del Liceo Matematico negli istituti secondari che ne fanno richiesta.

Il Liceo Amaldi, nel 2018/19 ha accolto la proposta, stipulando una convenzione con l’Università, allo scopo di valorizzare le eccellenze tra i suoi studenti e di proporre un approccio insolito e appassionante per affrontare lo studio della matematica.

La proposta è trasversale a tutti i corsi di studi dell’Istituto: gli alunni delle classi prime di tutti gli indirizzi che a settembre ne fanno richiesta, partecipano ad un test di selezione grazie al quale si forma un gruppo misto (che, nelle diverse classi, contiene studenti dei licei scientifici, del liceo classico e del liceo linguistico). L’idea di mischiare le classi e gli indirizzi non è casuale, ma è una scelta precisa e costituisce una peculiarità rispetto alle altre scuole della regione che propongono la stessa esperienza. Il gruppo di lavoro che segue il progetto ha pensato che dalle differenze avrebbe potuto nascere una ricchezza ulteriore, e la possibilità di mettere in comune punti di vista diversi ma ugualmente interessanti e proficui.

Gli studenti del Liceo potenziato in matematica frequentano mediamente un’ora settimanale in più rispetto all’orario curricolare. Le lezioni si svolgono in incontri pomeridiani da due ore, a settimane alterne, da ottobre a maggio.

Le lezioni procedono in modo decisamente diverso rispetto alle ore curricolari in classe: gli studenti, divisi in piccoli gruppi, ricevono problemi-stimolo su cui lavorare in modo laboratoriale, discutendo e proponendo soluzioni da valutare prima con i compagni del gruppo, per poi sottoporle a tutta la classe. Si usano strumenti poveri (carta e forbici, torte cucinate a casa, chiodi e pezzi di legno, corde) e tecnologici (software applicativi, sensori e strumenti di laboratorio). In questo modo vengono allenate e valorizzate la progettualità del singolo e del gruppo, l’interazione tra gli studenti (favorendo l’apprendimento collaborativo e inclusivo e il confronto tra pari), la capacità di risolvere problemi, e le abilità argomentative e dimostrative.

Nelle attività affrontate si approfondiscono i procedimenti caratteristici del pensiero matematico ma, nello stesso tempo, si favoriscono collegamenti e confronti concettuali e di metodo con molte altre discipline (fisica, scienze, arte, letteratura).

Gli argomenti non sono quasi mai quelli trattati in classe: il lavoro procede parallelamente al programma curricolare con l’approfondimento di argomenti particolarmente significativi e interessanti Se capita di riprendere alcuni contenuti del programma curricolare è sempre per affrontarli in modo inusuale e con un approccio decisamente più operativo e accattivante di quello che si riesce a fare durante una lezione curricolare.

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Il lavoro è seguito da un piccolo gruppo di docenti di matematica e fisica della scuola (i proff. Gianluca Balbi, Martina Cornagliotto, Danilo Ferrarotti, Claudia Lucon, Maura Lupori, Antonella Patrizio Forastero, Riccardo Scopigno) che partecipano mensilmente agli incontri di formazione presso il Dipartimento di Matematica dell’Università di Torino, programmando e sviluppando le diverse attività, ed alternandosi nel seguire i ragazzi.

Negli ultimi anni le attività che hanno dato a tutti maggior soddisfazione sono state quelle all’aperto, nel cortile della scuola o sulle colline nei dintorni di Novi, dove sono state realizzate lezioni basate sulla tecnica didattica dell’embodiment, con cui la conoscenza si sviluppa in un rapporto costante fra la mente, il corpo e l’ambiente. L’idea è che impariamo di più e meglio se compiamo azioni dirette, fisiche, nell’ambiente circostante.

Durante queste esperienze gli studenti possono rappresentare i punti di una conica nel piano cartesiano, e la classe va a formare una grande curva con tutte le caratteristiche geometriche che la definiscono. Oppure si possono effettuare operazioni algebriche tra numeri complessi nel piano di Gauss, dove i numeri sono i ragazzi stessi, che si devono muovere in modo opportuno sul grande piano rappresentato per terra. Si possono rappresentare successioni in un piano cartesiano così grande da rendere molto concreta la percezione della differenza notevole tra una crescita lineare, quadratico o esponenziale.
Camminando su e giù per le colline, inoltre, si possono effettuare misure di altitudine, velocità e distanza, che forniscono materiale per considerazioni importanti sulla rappresentazione dei legami tra le diverse grandezze in gioco.

Chi scrive è la referente (un po’ per caso) di questo progetto, iniziato in sordina, per iniziativa di tre docenti soltanto, che si sono buttati a provare questa esperienza nuova per tutti. Il risultato, alla fine del primo quinquennio, per me è entusiasmante per una lunga serie di motivi, per cui è difficile e riduttivo elencarli tutti. Posso solo dire che vedere questi ragazzi, alcuni bravissimi, altri nella media, che capiscono davvero concetti fondamentali e li fanno propri, tanto da riuscire a usarli in contesti completamente diversi e “non scolastici”, è esattamente quello che ogni insegnante vorrebbe vedere ogni giorni nei propri studenti. E l’esperienza che vivo partecipando a questo progetto, come tutte le esperienze umane davvero significative, per me è stata contagiosa: ha cambiato il mio modo di guardare ciò che mi sta intorno, e ha cambiato il mio modo di insegnare anche al di fuori del progetto, risvegliando la mia passione per le discipline che insegno e per l’insegnamento stesso.

Ringrazio gli studenti, i colleghi e i docenti universitari che hanno scelto di intraprendere questo percorso rendendo possibile tale esperienza. In particolare ringrazio gli studenti della quinta classe del Liceo potenziato in matematica di Novi: sono loro i primi, su cui abbiamo fatto “esperimenti” didattici di tutti i tipi. Auguro davvero a tutti loro che i semi caduti diano molto frutto, e li rendano forti nei percorsi diversi ma, spero, ricchi che sceglieranno di seguire.

La referente

Prof.ssa Maura Lupori