Quarta Liceo delle Scienze applicate


Come in un formicaio in cui più formiche si ritrovano a costruire la propria casa, cosí noi, soltanto ora che abbiamo lo stesso problema e lo stesso obiettivo di combattere il virus, riusciamo a creare coesione e unione per il fine comune.

Abel Guevara

 

Questa condizione forzata non ha unito solo i familiari, ma è stata capace di unire anche nazioni e continenti attraverso grandi gesti di solidarietà. Ne sono un esempio i medici inviati in nostro soccorso dall’Albania e i dispositivi sanitari che la Cina ha donato ai nostri ospedali. Questi aiuti sono arrivati nel primo caso da un paese più debole economicamente, l’Albania, e nel secondo caso dalla Cina, che ha dovuto incassare pesanti insulti e accuse riguardo l’origine del virus. Adesso, c’è da augurarsi che questa situazione di emergenza finisca il prima possibile, senza però portarsi via questi gesti di solidarietà che rappresentano gli unici elementi positivi in una pagina storica da dimenticare.

Alessio Marchesi

 

INTERNET, il peggior nemico di ogni genitore, è ora diventato il miglior amico di tutti ed è l’unico mezzo grazie al quale il tessuto sociale può essere mantenuto vivo a distanza. Vero è che nulla sostituirà mai una relazione faccia a faccia e sicuramente attraverso il telefono non si imparerà a vivere come stando in mezzo alle persone.

Mattia Montessoro

 

Prima della quarantena i nostri dispositivi elettronici ci isolavano dal mondo; ci perdevamo così chiacchierate con i genitori, film in compagnia, uscite con gli amici, solo ed esclusivamente per immergerci in un mondo finto, virtuale. Ora finalmente la tecnologia fa sentire la sua potenza, il suo valore è sotto gli occhi di tutti: connetterci, unirci.

Prima scrollavamo la home di Facebook o Instagram solamente per farci gli affari degli altri; ora i social network tornano alla loro utilità originaria, ossia connetterci e sapere come se la spassa il nostro migliore amico a casa sua.

Penso che l’essere umano, di natura, sia spinto a non apprezzare ciò che possiede e a volere ciò che non riesce a raggiungere. Quindi questa forzatura, togliendoci la libertà, avendoci di fatto rubato la primavera, le sue fioriture, i suoi profumi e i suoi colori, ci spingerà a riflettere su quanto questi ci manchino. Spero che questa mancanza di oggi si traduca nell’apprezzare domani anche le più piccole e insignificanti cose.

Alessio Ciancia

    

Non sono d’accordo nel descrivere questo periodo come “ periodo di guerra”: la guerra è il tempo dell’odio, dove, per sopravvivere, si è pronti ad uccidere chiunque; oggi è il tempo della solidarietà e dell’empatia. Questa non è una guerra perché le guerre si combattono con lo scopo di difendere e mantenere il proprio stile di vita. Oggi ci viene chiesto, invece,di progettare cambiamenti concreti e di ridiscutere interamente i nostri valori e il nostro modo di pensare. 

Beatrice Trevisan

 

Mi è piaciuto l'esempio di Marino Niola, che suggerisce di pensare alla nostra vita come una molla, oggi compressa, sotto vuoto e ferma, ma  che tornerà alla sua posizione abituale a “guerra” finita. Chi dice, però, che invece non possa schizzare verso un’altra direzione ? Magari una migliore.

Mattia Macciò

 

Mi è piaciuto pensare a noi come una molla, leggendo l’articolo, e non mi vergogno di dire che non vedo l’ora di liberare tutte le mie energie! L’unica cosa che mi preoccupa è che molte persone perderanno il lavoro, in un’Italia che già prima era in difficoltà. Per quanto possiamo essere speranzosi, questo è un aspetto che non possiamo ignorare.

Camilla De Biase