Un primo premio nel commento e un terzo nella traduzione per il Liceo Amaldi all’ VIII Certamen Reale di greco

 

Un risultato straordinario per il Liceo Amaldi all’ VIII Certamen Reale di greco promosso dal Liceo “Balbo" di Casale, dove una studentessa del nostro Liceo Classico   ha vinto il primo premio nel commento e il terzo premio nella traduzione di un passo del “Simposio” di Platone, gareggiando con numerosi alunni degli istituti della regione. 

Nella traduzione, Chiara Mutti è arrivata terza subito dopo Francesco Negri, del Liceo Classico Sella di Biella, e Luca Miceli, del Liceo Classico Balbo di Casale Monferrato.

La cerimonia di premiazione degli alunni vincitori si è svolta sabato 2 dicembre ed è stata preceduta dalla Lectio Magistralis del Professor Fabio Gabrielli, Docente di Filosofia della relazione presso la School of Management dell’Università LUM.

Abbiamo deciso di fare a Chiara tre domande importanti. 

Che cosa ha significato per te lo studio del greco?

Il greco, lingua per molti misteriosa e oscura, è stato forse uno dei più grandi investimenti della mia adolescenza, una scelta compiuta ad occhi chiusi, in quanto prima di iniziare il liceo conoscevo solamente le lettere dell’alfabeto (e nemmeno tutte). A cinque anni di distanza, posso dire che sia stato uno degli incontri migliori che potessi fare, e mi auguro di poter portare avan< anche in futuro quella che ormai è diventata un’autentica passione. Il greco ha significato tanto: dedizione, impegno, studio, talvolta anche rabbia, soprattutto quando, nei primi anni, sembrava sempre che la versione di compito non avesse capo né coda. Il greco ha rappresentato una sfida, una battaglia con me stessa, grazie alla quale mi sono messa in gioco e ho imparato a conoscermi, superando la paura dell’insormontabile e del “non ce la faccio”. Attraverso questa lingua sono venuta a contatto con un’intera cultura, acquisendo al tempo stesso una chiave di lettura importante per interpretare la realtà presente. Lo studio del greco mi ha dato tanta soddisfazione, mi ha mostrato le infinte sfumature del mondo in cui viviamo; mi ha dato le parole giuste per descrivere le emozioni che proviamo e mi ha insegnato che ad ogni regola esiste un’eccezione (e talvolta anche l’eccezione all’eccezione). Se dovessi scegliere un termine per descrivere il mio rapporto con questa disciplina, esso sarebbe "τò θαυμάζειν”, il “meravigliarsi”: uno stupore continuo che ogni giorno mi spinge a conoscere sempre di più una lingua per me straordinaria sotto tutti i punti di vista.

Che cosa devi all’incontro con Platone?

Platone è stato il primo grande amore nell’ambito della filosofia. Alcuni dei suoi Dialoghi trovano posto nella mia libreria, letture irrinunciabili, occasioni per riflettere, testi anche in parte tradotti (non sempre con risultati del tutto soddisfacenti). Essendo io stessa una persona “innamorata della metafisica”, ho particolarmente apprezzato le “metafore” da lui utilizzate per descrivere i diversi aspetti della vita, dalla biga alata del “Fedone”, al mito della caverna, fino alla definizione di Amore come figlio della Povertà e dell’Espediente, forse la mia immagine platonica preferita in assoluto.
Poter tradurre un passo tratto proprio dal “Simposio” nel contesto dell’ultimo Certamen organizzato dal Liceo Balbo di Casale è stato un bellissimo regalo, in quanto mi ha permesso di unire due delle mie più grandi passioni: la filosofia e il greco. Platone è uno di quegli incontri che, prima o poi, ognuno dovrebbe avere l’opportunità di fare nella vita, a prescindere dal fatto che poi se ne condivida o meno il pensiero.

Perché consiglieresti ad un ragazzo di 3 media di iscriversi al liceo Classico?

Parto col dire che, personalmente, se dovessi tornare indietro, sceglierei il Classico altre cento volte.Ciò che questo indirizzo mi ha trasmesso non è soltanto un amore profondo verso le discipline che vi vengono insegnate, ma mi ha permesso anche di acquisire una maggiore capacità critica, competenza a mio avviso oggi più che mai necessaria. Ho imparato ad indagare i fatti, a interrogarmi di fronte agli eventi della vita nello stesso modo in cui mi interrogo di fronte ad un passaggio particolarmente ostico all’interno di una versione. Il Classico è in grado di fornire un’ottima capacità argomentativa e un notevole repertorio lessicale, oltre ad una formazione completa un po’ in tutti campi. È chiaro che si tratta di una scelta che richiede tanta dedizione e impegno costante; tuttavia, gli sforzi vengono ampiamente ripagati nel momento in cui, dopo cinque anni, ci si rende conto della crescita non solo sul piano intellettuale, ma anche a livello personale e umano.
Italo Calvino scrive che “I classici sono quei libri che ci arrivano portando su di sé la traccia delle letture che hanno preceduto la nostra e dietro di sé la traccia che hanno lasciato nella cultura o nelle culture che hanno attraversato.” Ecco, questo liceo è un po’ come un gigantesco tomo che contiene le orme del passato e che consegna a chi sceglie di leggerlo un tesoro prezioso, tesmonianza di ciò che siamo e delle civiltà da cui veniamo. E non fatevi ingannare da chi vi dice che qui si imparano soltanto “lingue morte”: il Classico è molto di più!