RICOMINCIAMO

Care e Cari, a qualunque titolo siate presenti nella nostra Scuola lo sapete: domani ricominciamo. Forse per qualcuno di voi, nuovo studente o genitore o lavoratore, l'espressione più corretta potrebbe essere domani “cominciamo”, con tutto un mondo dentro l' “Amaldi” da scoprire. Tuttavia io credo corretto dire per tutti noi, nessuno escluso, “ricominciamo”. Ricominciare, infatti, significa avere un nuovo inizio e nuove opportunità ma, allo stesso tempo, riprendere qualcosa che già sapevamo e abbiamo sperimentato. E, davvero, siate voi nuovi o meno per l' “Amaldi”, tutti ricominciamo.

Dovunque noi fossimo all'inizio dello scorso anno scolastico, in una scuola o fuori di essa, avevamo già sperimentato la morsa della pandemia, e ci avviavamo a un anno dove essa si sarebbe stretta nuovamente su di noi. E adesso ricominciamo, con gli stessi fattori di incertezza e timore e allo stesso tempo con qualcosa di nuovo. Si sa: l'apertura delle scuole, per quanto riguarda l'andamento pandemico, è una grande scommessa. Per questo cerchiamo di affrontarla con tutte le precauzioni di prevenzione che ci sono richieste e magari con qualcuna in più, esattamente come lo scorso anno. Affrontiamo in questo modo, l'unico in nostro potere, anche vecchi problemi la cui soluzione definitiva è fuori dal nostro orizzonte, come la presenza di nuovi spazi e criteri di formazione delle classi che evitino eccessive concentrazioni di studenti nella stessa aula. E affrontiamo anche le scarsità di organico, il precariato di molti lavoratori, le ristrutturazioni amministrative, cercando sempre di tenere al centro il valore delle persone e della cura nei loro confronti.

E' possibile che non basti, nonostante noi che abbiamo organizzato durante l'estate questa riapertura abbiamo fatto e stiamo facendo del nostro meglio. Forse non basterà neppure se anche tutti voi studenti, genitori, lavoratori della scuola, farete a vostra volta del vostro meglio, responsabilizzandovi secondo il principio per cui “ognuno protegge tutti”: dunque adottando i giusti dispositivi e comportamenti negli spazi pubblici, tenendo costantemente verificato il vostro stato di salute, vaccinandovi. Come tutti sappiamo il fatto nuovo rispetto allo scorso anno è che molte persone sono vaccinate e il green pass viene reso necessario per accedere a un numero via via crescente di attività sociali, in primo luogo nella scuola. A quanto ne sappiamo sulle attuali modalità di contagio questo riduce certamente i rischi, ma potrebbe non bastare, pertanto dobbiamo anche essere pronti a ricominciare con le difficoltà della quarantena e della didattica a distanza. E questo, lo sappiamo, si sovrappone a due anni scolastici di difficoltà, stanchezza, frustrazione, paura.

Il rischio è grande. Ma non crediate io parli della pandemia. No: il rischio grande è quello di dimenticare chi siamo e perchè siamo assieme nell' “Amaldi”. Dimenticare che siamo qui perché parte di un'alleanza di lavoro, di professione, di vocazione, di richiesta, di libero dono che ha al centro un grande gruppo di giovani e il loro diritto ad avere, ciascuno a suo modo, le migliori opportunità per costruire il proprio futuro che è il futuro di tutti. Nonostante le difficoltà, nonostante la pandemia, nonostante la stanchezza, la frustrazione, la paura.

Dicendovi di affrontare tutto questo e nel contempo sperare, so di chiedervi molto, perché ogni anno che passa aumenta il peso sui nostri cuori. Io, tuttavia, spero, e lotto ogni giorno con molte persone in questa Scuola e fuori di essa per realizzare qualcosa che renda il futuro migliore. E' per questo che vi saluto e vi abbraccio con le parole del Principio Speranza di Ernst Bloch, che spiegano assai meglio di quanto potrei fare io ciò che mi muove e mi commuove: «L'importante è imparare a sperare. Il lavoro della speranza non è rinunciatario perché di per sé desidera aver successo invece che fallire. Lo sperare, superiore all'aver paura, non è né passivo come questo sentimento né, anzi meno che mai, bloccato nel nulla. L'affetto dello sperare si espande, allarga gli uomini invece di restringerli, non si sazia mai di sapere che cosa internamente li fa tendere a uno scopo e che cosa all'esterno può essere loro alleato. Il lavoro di questo affetto vuole uomini che si gettino attivamente nel nuovo che si va formando e cui essi stessi appartengono»

Buon anno scolastico a tutti voi.

Il Dirigente