PRIMO MAGGIO NELLA SCUOLA
CONTESTAZIONE DISCIPLINARE
Si contesta al signor “poeta”
che sul posto di lavoro egli si scervella troppo
provocando il tragico rallentamento delle consegne
con dolorose conseguenze.
Si rende noto che secondo legge
la nostra legge
gli è tassativamente negato di sfarfallare,
qui non è mai la stagione adatta per uno sfuggente svolazzare
si deve lavorare
senza sosta produrre
e frastornarsi con i rumori della galera.
Se si vuole un po’ di aria fresca
sarebbe meglio cercarla altrove,
magari dove è concessa anche l’erba di un recinto…
D’ora in poi non saranno più tollerate
impaginazioni di corrieri sibillini
e sarà vietato a chiunque si creda uno scrittore pittore cantore
di sprecare colore per imbrattare le ore dedicate alla reclusione.
In fondo, è per grazia da noi concessa
timbrare un cartellino
perdere lo status di Poeta
quindi, si richiede la massima devozione
e di scambiare il volto di Dio con quello del padrone.
Matteo Rusconi, da La nostra classe sepolta. Cronache poetiche dai mondi del lavoro (Pietre Vive, 2019)
Questa poesia evoca un mondo in cui la creatività viene soffocata in nome della produttività, dove l'espressione personale è vista come una distrazione dal lavoro "vero". La metafora del poeta costretto ad abbandonare la propria natura per conformarsi alle rigide regole di un ambiente lavorativo oppressivo risuona profondamente sia con l'esperienza degli studenti sia con quella dei lavoratori della scuola nel sistema scolastico contemporaneo.
Come al poeta viene "tassativamente negato di sfarfallare" e si richiede di "lavorare senza sosta", così agli studenti spesso viene negato il tempo per esplorare liberamente le proprie passioni e curiosità. I rigidi orari scolastici, la pressione dei voti e la struttura predeterminata del curriculum lasciano poco spazio. La campanella, come il cartellino, scandisce un tempo che non appartiene veramente a chi lo vive. Nelle aule gli studenti creativi vengono talvolta etichettati come "distratti" o "difficili" quando in realtà stanno semplicemente cercando di respirare con i propri polmoni intellettuali. . L'autorità incontestabile del docente o dell'istituzione può sostituire l'autorità della scoperta personale e della vocazione interiore.
La poesia, tuttavia, è dedicata anche a chi lavora nel mondo della scuola. Non solo gli insegnanti, custodi naturali della conoscenza e della creatività, ma anche il personale amministrativo, i collaboratori scolastici e tutti coloro che operano nell'ambiente scolastico si trovano spesso intrappolati in un sistema che limita la loro capacità di esprimersi e innovare.
Il "cartellino" diventa metafora delle innumerevoli incombenze burocratiche che soffocano la vera vocazione di servizio alla comunità educativa: per gli insegnanti sono registri da compilare e valutazioni standardizzate, per gli amministrativi sono procedure da seguire e documenti da produrre, per i tecnici e i collaboratori scolastici sono mansioni rigidamente definite che non riconoscono il valore relazionale del loro ruolo. Il rischio di una visione dell'educazione come catena di montaggio, dove l'efficienza quantitativa prevale sulla qualità dell'esperienza umana di insegnamento, apprendimento e supporto.
Possiamo immaginare un sistema educativo dove la creatività non sia una distrazione ma il cuore pulsante dell'apprendimento e del lavoro scolastico in tutte le sue forme? Dove né studenti, né insegnanti, né personale amministrativo o collaboratori scolastici debbano "timbrare un cartellino" mentale che limita il loro contributo alla comunità educativa? Dove gli insegnanti possano essere veri maestri e non meri esecutori di protocolli standardizzati? Dove gli amministrativi e i tecnici possano essere innovatori di sistemi e non semplici esecutori di procedure? Dove i collaboratori scolastici siano riconosciuti come educatori informali e custodi di spazi vitali di crescita? Dove i "corrieri sibillini" del pensiero originale siano valorizzati in ogni ruolo e posizione?
La risposta a queste domande determinerà non solo il futuro dell'educazione, ma la qualità stessa della nostra umanità condivisa.
Buon Primo Maggio, a Tutte e Tutti (pensando anche alle Famiglie).
Lo Staff di Dirigenza
Ultima revisione il 01-05-2025