Primo Maggio: Festa del Lavoro

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Costituzione della Repubblica italiana, Art. 1.

“Quello che, all'inizio della storia, era criterio di discriminazione dalla vita politica-l'essere lavoratore - è diventato fondamento della vita comune, della res publica. È diventato il principio dell'inclusione. [...]Primario tra i beni primari, il lavoro è stato accolto come fondamento della democrazia repubblicana. [...]Il riconoscimento del lavoro come fondamento della res publica, la cosa o la casa comune, significa compimento d'un processo storico d'inclusione nella piena cittadinanza. […]

Il "lavoro" che compare nella formula della Costituzione è il "lavoro in tutte le sue forme e applicazioni" (art. 35, comma 1) e non è dunque prerogativa della "classe lavoratrice". Sono lavoratori e lavoratrici gli operai, gli impiegati, i dirigenti, gli imprenditori, i liberi professionisti, le casalinghe (si disse già allora), i giornalisti e perfino i professori universitari: secondo la formula allora in uso, tutti i lavoratori "del braccio e della mente". Il lavoro in tutte le sue manifestazioni è, dunque, titolo d'appartenenza alla comunità nazionale, alla cittadinanza. È un fattore d'unità e d'inclusione: il lavoro spetta a tutti i cittadini e, rovesciando i termini dell'implicazione (dal cittadino al lavoro, dal lavoro al cittadino), con riguardo a chi viene dall'estero per lavorare da noi, si potrebbe aggiungere che-a certe condizioni di stabilità e lealtà- a tutti i lavoratori deve spettare la cittadinanza. […]

Questa è la nozione costituzionale generale del lavoro. Tale nozione, tuttavia, si scinde poi in nozioni particolari, a seconda delle situazioni e delle esigenze di tutela che ne derivano: la sicurezza, la dignità, la salute, la stabilità del lavoratore, ad esempio, non pongono i medesimi problemi quando si tratti di lavoro operaio o libero-professionista, di lavoro in fabbrica o casalingo, di lavoro stabile o precario, retribuito in base al tempo o in base al prodotto, maschile o femminile, ecc. Queste categorie non devono essere annacquate in un unico calderone, nel quale le differenze si perdano. Su tutte, la divisione che domina è quella tra lavoro salariato e non salariato, perché nel primo maggiore e più frequente è la possibilità, si sarebbe detto un tempo, di sfruttamento dell'uomo sull'uomo. La maggior parte delle disposizioni costituzionali sul lavoro si riferiscono a questa divisione. […]

Il significato profondo del collegamento, stabilito nell'art. 1, tra democrazia e lavoro sta qui: la questione democratica è questione del lavoro. Che cosa importa la democrazia se non è garantito un lavoro che permetta di affrontare i giorni della vita, propria e dei propri figli, e di affrontarli con un minimo di tranquillità? La democrazia non è solo questione di regole formali, ma anche di condizioni materiali dell'esistenza, come dice l'art. 3, secondo comma, della Costituzione. Il lavoro è la prima di queste condizioni materiali.”

Gustavo Zagrebelsky,"Fondata sul lavoro".La solitudine dell'articolo 1, lectio magistralis, Teatro Carignano, Torino 02 Febbraio 2013

A tutte le Lavoratrici e i Lavoratori dell'Amaldi che ogni giorno fanno il proprio lavoro “con disciplina e onore” mettendoci amore, dedizione, dignità. Alle Studentesse e agli Studenti che svolgono ogni giorno il proprio lavoro scolastico, e alle loro Famiglie che lavorano per loro. Per pensarci un po' su. Buon Primo Maggio di festa, a Tutte e Tutti.