Pensa agli altri

Prepari la tua colazione, pensa agli altri
      (non dimenticare il cibo per i piccioni)
Combatti la tua guerra, pensa agli altri
      (non dimenticare chi chiede la pace)
Paghi la bolletta dell’acqua, pensa agli altri
      (chi si nutre di nubi)
Torni a casa, la tua casa, pensa agli altri
      (non dimenticare la gente nelle tende)
Dormi e conti le stelle, pensa agli altri
      (chi non ha spazio per dormire)
Liberi l’anima con le metafore, pensa agli altri
      (chi ha perduto il diritto di parola)
Pensi agli altri lontani, pensa a te stesso
      (dì: magari fossi candela nel buio)

Questo è Mahmud Darwish, un poeta palestinese.
Oggi vi racconteranno quanti milioni di italiani sono in vacanza, quanto è stato speso in pranzi e cene, cosa si è mangiato. Che gli abitanti del villaggio finlandese dove abita Babbo Natale si lamentano dell'overtourism. 

Intanto leader politici celebrano la potenza delle loro stelle comete  non intercettabili capaci di trasformare in polvere quello che toccano. Intanto Gesù Giuseppe e Maria non possono fuggire verso un qualsiasi Egitto, perchè vengono fucilati nei corridoi umanitari per preciso ordine, dopo che è stato impedito loro l'accesso all'acqua per preciso piano. 

“Considerate se questo è un uomo”, ci ha insegnato un italiano ebreo, Primo Levi: e vale tanto per i carnefici quanto per le vittime.

Vi insegnano tutti i giorni a non pensarci, oppure a considerare la vostra famiglia e gli affetti l'ultima trincea. Ad accettare la tempesta nella speranza che passi, ciascuno rifugiato nel proprio quotidiano come un animale spaventato nella propria tana. A drogarvi di consumi e chiacchiere. A non fare troppo caso -perchè addolorarsi inutilmente?- alle altre innumerevoli stragi di bambini, per mare o nei deserti, nei villaggi, nei palazzi, nelle scuole, negli ospedali, nei mercati: anche quelli dove li credevamo protetti. L'inferno in terra.

Noi vi diciamo che di fronte a questo inferno vi è speranza solo se vi è progetto.

«L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà: se ce n’è uno è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiano stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e approfondimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio».

Questo è Italo Calvino, e il nostro Augurio per voi. Trovare cosa non è inferno, e dargli spazio. Essere candele nel buio.

Buon Natale dallo Staff di Dirigenza
Piero, Lucina e Michele

Ultima revisione il 26-12-2024