Notte nazionale


La Notte Nazionale del Liceo Classico è nata quattro anni fa da un’idea di Rocco Schembra, docente di latino e greco al Liceo Classico “Gulli e Pennisi” di Acireale (CT). L’edizione di quest’anno conta ben 369 adesioni, vale a dire che 369 Licei Classici di tutta Italia la sera del 12 gennaio prossimo, in contemporanea, mostreranno la bellezza e l’attualità degli studi classici attraverso maratone di lettura, recitazioni teatrali, spettacoli musicali e di danza, mostre e cortometraggi. L’iniziativa è promossa dal Ministero dell’Istruzione.

Sito ufficiale de "LA NOTTE NAZIONALE DEL LICEO CLASSICO"

Tra gli istituti aderenti c’è anche per la prima volta la sezione classica del Liceo “E. Amaldi” di Novi Ligure, che ha lavorato per la organizzazione della serata in collaborazione con la sezione classica del Liceo “G. Peano” di Tortona.

Il tutto avrà inizio nell’Aula Magna del Liceo “E. Amaldi”, nella sede di via Mameli, alle ore 18 e si concluderà intorno alle 23. Si incomincia con la proiezione di un video del liceo capofila e la lettura di un brano scritto da un ragazzo delle scuole aderenti sull’importanza della cultura classica di fronte all’avanzare della barbarie dello spirito, selezionato da una apposita giuria interna. Quindi, ogni istituto procederà con un suo programma. Il nostro vanta esclusivamente la partecipazione di alunni entusiasti ed ex alunni ancora altrettanto generosamente entusiasti che si alterneranno, tra micro lezioni su temi di letteratura e filosofia e intermezzi musicali. Apre la serata il pianista Umberto Ruboni, chiude l’attore Andrea Robbiano, entrambi illustri ex alunni del nostro Liceo. 

 

 Ruboni               Robbiano

 

Due le iniziative di contorno: la mattina del 12 gennaio i ragazzi, preparati dal laboratorio teatrale del nostro Liceo “Officina Mercuzio, faranno un intervento a sorpresa (non è dato sapere dove e come); la mattina del 15, invece, l’attore, drammaturgo e regista Marco Baliani incontrerà i ragazzi del Classico per parlare del suo allestimento dei “Sette contro Tebe” di Eschilo rappresentato lo scorso maggio a Siracusa, alla cui prima i ragazzi stessi delle classe quarta e quinta hanno avuto il privilegio di assistere. 

 Siracusa

Ma che cosa muove, da anni a questa parte, alunni e docenti di centinaia di Licei Classici di tutta Italia a impegnarsi in una simile iniziativa? A una lettura superficiale si può credere che si tratti dell’ennesimo, forse patetico, per qualcuno magari anche sicuramente inutile, tentativo di rianimare qualcosa che è già morto, “caduto fuori dal tempo”. Addirittura, anche quanti amano i classici e ne riconoscono l’importanza, per dirla con Virginia Woolf, sanno di dover fare i conti col destino di “ultimi della classe”, perché nessuno di noi oggi potrà mai più sapere il Greco e tutto quello che intorno al Greco ruota; Franco Nasi parla di “malinconia del traduttore”, una malattia che prende all’improvviso, quando dopo mille sforzi ci si sente invasi da un fortissimo senso di inadeguatezza e di impotenza. La, o meglio, una risposta sta nell’ultimo saggio di Mary Beard “Fare i conti con i classici”. L’autrice ci ricorda che lo spettro della fine degli studi classici in realtà si aggira fra noi da molto tempo, anzi si direbbe che i classici sono percepiti in declino “per definizione”, cioè da sempre. Su tutte vale la testimonianza del latinista di Cambridge John Percival Postgate che nel lontano 1902 già lamentava la decadenza del Latino e del Greco con apocalittiche parole: “Se questi studi crolleranno la loro caduta sarà come quella di Lucifero: non ci sarà speranza di una rinascita”. La consapevolezza che esiste un “passato che non passa”, ma che è e rimarrà comunque “una terra straniera”, dopo l’iniziale nostalgico smarrimento, si è però da sempre tradotta in un atteggiamento attivo e propositivo, in uno sforzo vitale di impossibile, ma autentico tentativo di recupero. Mentre misuriamo la distanza che ci separa dal loro universo dialoghiamo continuamente non solo con gli antichi, ma anche con coloro che nel corso dei secoli li hanno affrontati, citati o ricreati, e, soprattutto, dialoghiamo con noi stessi, dando voce, come ventriloqui, dice sempre la Beard, a ciò che gli antichi hanno ancora da dire, senza mai smettere di interrogarli sui grandi temi-concetti-parole che definiscono ancora il nostro orizzonte culturale. Questo è forse il messaggio più bello che vogliamo affidare alla Notte del classico: non la sterile celebrazione di un’autocompiaciuta nostalgia, ma il gioioso inno a quella straordinaria energia che lega gli uomini in un faticoso, spesso fallimentare, mai interrotto dialogo con se stessi, e con ciò che di più bello hanno saputo compiere e scrivere.

Lucina Alice, docente di Greco del Liceo “E. Amaldi”

  

Programma

18.00 – Presentazione della serata e saluti istituzionali

18.45 – Buffet

19.30 – Umberto Ruboni al pianoforte : L’isle Joyeuse di Debussy

19.45 – Alice Chirivì e Sofia Landolfi: “La Teogonia di Esiodo: l’inizio di tutto”

20.00 – Silvia Ubaldeschi: “Odi et amo: da Catullo ad Alda Merini"

Giorgia Perfumo voce, Tommaso Orione chitarra : Scelgo ancora te di Giorgia

20.30 – Irene Paoletti: “Anime in pena: dal Purgatorio di Dante alla Antologia di Spoon River di Edgar Lee Master e Fabrizio De André”

20.45 – Tommaso Ghiglione e Lorenzo Robbiano: “Greco: una storia d’amore”

21.00 – Umberto Ruboni, Gabriele Demaestri, Caterina Tavelli, Natalia Viani: “Ascolta, ascolta…” (musica e parole intorno a Ondine di Ravel)

21.30 – Carlo Malaspina: “ La meraviglia, figura dell’inizio della filosofia”

22.00 – Mattia Giuliano, Amedeo Marenzana, Anna Raffaghello, Sara Rebora: “Noi e gli antichi: le parole che ce li fanno amare”

Alessandro Bertuccini al pianoforte, Umberto Simonassi al violoncello: Concerto in do minore di Vivaldi;
Alessandro Bertuccini al pianoforte, Amedeo Rampini e Daniele Zigrino alla tromba : Sonata al chiaro di luna di Beethoven

22.30 – Andrea Robbiano: “Un classico della notte”

23.00 – Brindisi conclusivo