Michele Scarponi

Scarponi 2

Lunedì 15 maggio 2023, presso il Museo dei Campionissimi, ha avuto luogo, organizzata dalla Fondazione Acos, una conferenza tenuta da Marco Scarponi, fratello del ciclista Michele Scarponi, e uno dei promotori dell'omonima fondazione.

L'incontro ha avuto inizio con la narrazione della vita dell'atleta, coronata da parecchie vittorie, per il raggiungimento delle quali ha dovuto sostenere molti sacrifici, e della morte avvenuta prematuramente, proprio mentre si allenava, investito da un furgone. È stato molto toccante il racconto dei successi sportivi dell’Aquila di Filottrano, grande scalatore, ma anche ciclista altruista e determinato.

Come gregario di Vincenzo Nibali, nel Giro d’Italia del 2016, giunto sul Colle dell’Agnello, tra neve e nebbia, in anticipo rispetto al gruppo, Michele non ha esitato a sacrificare la vittoria personale di tappa, fermandosi in attesa dello Squalo. Quando Nibali lo raggiunge, Scarponi lo esorta e lo incita, gli fa da apripista e lo lancia verso il traguardo, determinante per la vittoria del Giro. L’episodio ci ha permesso di capire come il ciclismo sia uno sport di squadra, in cui i gregari spendono fatica per il successo del loro capitano, con un lavoro di rispetto, sinergia, impegno indispensabile per ottenere risultati entusiasmanti. Un comportamento esemplare, che può essere di insegnamento in ogni momento della nostra vita.

Con grande pacatezza, ma con la voce tremula nel ricordo di un fratello grande uomo e campione, il relatore ha inoltre illustrato gli scopi e i progetti della Onlus: la sensibilizzazione sul tema degli "incidenti stradali", che non devono essere considerati semplicemente come tali, bensì come vere e proprie "violenze stradali"; da qui l'esortazione a tenere comportamenti corretti e sicuri in strada per la salvaguardia di ognuno, all’insegna di una mobilità sostenibile e responsabile.

Le parole di Marco Scarponi sono state molto significative per i ragazzi presenti all'incontro, ed è stato soprattutto colto l'appello finale, con cui ribadisce che la strada è di tutti, a partire dai più fragili e dai più deboli. Bisogna sempre ricordare che non sono le curve, le buche, gli incroci, le rotonde, ad essere i colpevoli di tante morti, ma la disattenzione di chi, alla guida di qualsiasi veicolo, non si rende conto che basta un attimo per diventare assassini. Non dimentichiamo mai di rispettare le regole e gli altri, guidiamo con attenzione, senza distrarci per compiere un gesto banale, come rispondere al telefono o inviare un messaggio, che può distruggere il prezioso dono della vita nostra e altrui. 

 La classe III B Classico