Il 25 Aprile. Alle radici della libertà e della responsabilità

“Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, questo è un testamento, un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione.”

Piero Calamandrei, Costitutente, Discorso ai giovani sulla Costituzione nata dalla Resistenza, Milano, 26 gennaio 1955

“È dalla Resistenza che viene la spinta a compiere scelte definitive per la stabilità delle libertà del popolo italiano e del sistema democratico, rigettando le ambiguità che avevano consentito lo stravolgimento dello Statuto albertino operato con il fascismo. […]

Il frutto del 25 aprile è la Costituzione. […]

Sulla scia di quei “visionari” che, nel pieno della tragedia della guerra e tra le macerie, disegnavano la nuova Italia di diritti e di solidarietà, desidero sottolineare che onorano la Resistenza, e l’Italia che da essa è nata, quanti compiono il loro dovere favorendo la coesione sociale su cui si regge la nostra comunità nazionale. […]

Rendono onore alla Resistenza i medici e gli operatori sanitari che ogni giorno non si risparmiano per difendere la salute di tutti. Le rendono onore le donne e gli uomini che con il loro lavoro e il loro spirito di iniziativa rendono competitiva e solida l’economia italiana.

Le rendono onore quanti non si sottraggono a concorrere alle spese pubbliche secondo la propria capacità contributiva.

Il popolo del volontariato che spende parte del proprio tempo per aiutare chi ne ha bisogno.

I giovani che, nel rispetto degli altri, si impegnano per la difesa dell’ambiente.

Tutti coloro che adempiono, con coscienza, al proprio dovere pensando al futuro delle nuove generazioni rendono onore alla liberazione della Resistenza.

Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica, Cuneo, 25 Aprile 2023

“Non è libero chi è murato nella propria solitudine, schiacciato dai bisogni, privato dei diritti. Antifascismo non può essere soltanto una parola, un'etichetta. Deve essere etica, un modo di essere e di comportarsi. Una pratica dove l'essere “contro il fascismo” è comprovato, giorno dopo giorno, dall'impegno per la democrazia. […] Il grado di antifascismo è dato dalla capacità di realizzare quanto è scritto dalla Costituzione e la Costituzione è rimasta per troppi aspetti un citato quanto celebrato pezzo di carta. La nostra Costituzione deve essere un progetto di cui dobbiamo essere gli esecutori.

La libertà si fonda sulla giustizia sociale e ambientale, sull'impegno di ciascuno di noi per il bene di tutti, sul nostro essere cittadini non secondo una logica dell'io ma secondo la logica del noi. Stare lontani dai toni della retorica e schierarci sempre di più con audacia contro tutte quelle strutture che dilagano come un cancro nel tessuto politico, economico e sociale e che spesso sono giustificate come ovvie e necessarie. La parola chiave è responsabilità, parola sempre da rivisitare e rafforzare. Deve diventare responsabilità non solo di quello che facciamo ma anche quello che non facciamo. Se oggi il Male è ancora forte è anche perché le ingiustizie si sono alleate con le nostre omissioni. […] Ecco che ricordare non basta, occorre un cambiamento etico, una rivoluzione delle coscienze. Occorre una nuova resistenza, occorre portare la liberazione a compimento, strapparla dal guado in cui vegeta, dalla palude in cui langue."

Don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele, Modena, 25 Aprile 2023