Enea profugo


Enea profugo

Lezione recitata al Liceo “Amaldi”

Giovedì 17 gennaio alcuni studenti del Liceo “Amaldi” hanno assistito a una lezione recitata, format nato da un’idea di Marco Gobetti, tenuta da Andrea Caimmi.

L’attore ha interpretato e reso per così dire tridimensionale un testo di Marco Pezzini, studioso dei rapporti tra letteratura e mito.

Oggetto l’Eneide, il poema epico di Publio Virgilio Marone, letta come epopea di Enea uomo fragile e sofferente, e non impavido progenitore di una stirpe destinata a dominare il mondo.

Enea

Durante questa lezione alternativa, gli alunni hanno avuto la possibilità di rivalutare la modernità di temi e questioni contenuti nell'opera: soprattutto nei classici si può trovare una risposta, non semplice e immediata, ma pur sempre una risposta, a un problema attuale e complesso come l’immigrazione.

L’attore ha infatti sottoposto allo sguardo degli spettatori una diversa immagine delle imbarcazioni troiane: non flotte da combattimento, bensì “barconi”, che trasportavano – e trasportano – il futuro di popoli che scappano dai fantasmi del passato in cerca di salvezza, confidando nel valore dell’ospitalità che allora, e non più oggi, si direbbe, era considerato sacro.

Enea, rimasto anche orfano del padre, vaga infatti per il Mediterraneo, confidando nella clemenza e generosità dei popoli che incontra.

Viene accolto dai Cartaginesi, la cui regina, Didone, si innamora, ricambiata, di lui. Ma questo sentimento, per quanto intenso, non può avere un futuro. Enea ha infatti una missione da compiere, come tutti i profughi: provvedere al bene del proprio popolo e della propria famiglia, anche a costo di mettere in pericolo la sua stessa vita.

Alcune vite non sono fatte per essere vissute, ma per essere narrate: la saggia scelta dell’eroe, che ha rinunciato alla sua felicità, ha infatti reso possibile la salvezza dei troiani nonché la fondazione di Roma.

Il poema però non vuole essere una fredda e servile esaltazione della propaganda augustea, bensì una occasione di riflessione. L’autore si concentra in particolare sul dissidio drammatico dell’eroe: anteporre gli interessi del popolo alla propria personale felicità ha un costo molto alto.

Ciò rende Enea non il classico eroe monolitico, ma un personaggio ricco di sfaccettature emotive e comportamentali, un eroe umano, costretto ad affrontare la realtà, che gli si presenta spesso ostile attraverso un insidioso e lunghissimo viaggio per mare verso l’ignoto.

Nonostante però le innumerevoli fatiche che la vita ha posto sul loro cammino, una volta approdati sulle sponde del Lazio, questi “profughi” devono ancora affrontare un grave problema: l’ostilità del promesso sposo della figlia del re Latino, Turno, re dei Rutuli, che insiste per respingere i richiedenti asilo. I troiani avranno però la meglio e da questo momento comincerà la storia della civiltà occidentale.

Tutto ciò dimostra che, a dispetto di quanto sempre più spesso si sente e si vede, valori quali il riconoscimento dell’umano nell’uomo, sono i soli a mantenerci ζώον πολιτικόν, creature sociali, comunitarie, disposte a infrangere la Legge pur di salvare la vita di un nostro simile, in nome della Giustizia.

 

 

Clarissa Cascardo

Beatrice Bottiero

II A Liceo Classico