Dr. Luca Perrero
Lettera ai colleghi medici
In momenti come questo è giusto trovare o almeno ambire ad un sano equilibrio tra inutili allarmismi e sciocca superficialità. Mi sembra che ognuno di voi si stia comportando in maniera Egregia. Per questo vi ringrazio. Non penso di avere alcuna verità in mano ma semplicemente accesso a qualche informazione in più. Inoltre ogni considerazione clinica od organizzativa ha valore solo temporaneo in quanto la situazione è fluida. Peraltro come la nostra amata "scienza", dove per definizione ciò che é vero oggi, lo é fino a che nuove scoperte non lo rendono obsoleto e a volte addirittura errato all’indomani.
Forse il malessere, oltre che da un tremendo unicellulare, é dato dal repentino risveglio della consapevolezza della nostra fragilità. Percezione di fragilità che é figlia di un nuovo riscontro pratico e quotidiano di quella che Bauman chiama da tempo "società liquida". Non solo. Dalla velocità dei movimenti di questo liquido sociale fluido. Cambia tutto in continuo e velocemente. Non sono più le nozioni l'unico valore. Ma torna, orfano di ruolo per troppo tempo, l'equilibrio comportamentale. Da qui si potrebbero far considerazioni sulla nostra amata "aurea mediocritas" e tante altre.
Ma l'angoscia immobilizzante non è piacevole e neppure troppo utile in momenti come questo, se mai lo può essere stata.
Allora oltre il rigore nel seguire indicazioni mondiali delle organizzazioni garanti della nostra salute ed i decreti del nostro governo, sarebbe bene cogliere aspetti positivi e provare ad esercitare comportamenti virtuosi. Alcuni dei quali, magari resteranno, dopo l'epidemia, che come ogni evento umano, ha un inizio ed una fine. Magari lasciandoci anche qualcosa di buono.
Invece di correre ad approvvigionarsi di merci, per certi versi comprensibile, insegnare ai nostri figli la responsabilità nell'uso delle risorse. La lotta allo spreco. L'utilizzo razionale di quello che abbiamo senza pensare che sia infinito o sempre rimpiazzabile nel breve o in assoluto.
Invece di correre vagabondando sui tanti siti del web, insegnare ai nostri figli il valore della fonte autorevole delle informazioni e della loro caducità nella scienza. Senza togliere valore al dato puntuale. Altri studi sono meno suscettibili a questa precarietà. Non esenti. Magari, però, avremo più filosofi o vocazioni.
Invece di essere sempre volti solo al futuro, guardarsi indietro, cogliendo spunti di comportamenti virtuosi del passato. Famiglie in campagna che accolsero figli di altre famiglie ne furono temporaneamente e a volte decisivamente la salvezza. Allora cugini che stanno preparando la tesi di laurea o amici cari che hanno l'attività di ristorazione ridotta possono davvero aiutare e creare una solidarietà che profuma di tempi eroici. Quell'eroismo di quartiere o di città che tanto manca e che più prosaicamente può essere chiamato solidarietà. Talvolta per i più sognatori "misericordia".
Invece di affannarsi a trovare soluzioni esclusivamente volte ad una produzione di elementi industriali o di servizi drasticamente e tragicamente ridotta, pensare anche a tutti quegli aspetti che mai si riescono a gestire con calma e saggezza. I rapporti umani o addirittura una saggia ed ordinata archiviazione delle cose fatte. Potrebbero essere propulsione per una ripresa rapida quando si potrà.
D'altronde il rallentamento di alcune attività e talvolta la sosta sembrano essere condizioni, indipendenti da noi. Ed è sempre meglio occuparsi delle variabili piuttosto che delle condizioni.
Tante altre cose si potrebbero fare e l'uomo non manca di fantasia.
Infine invece di tante altre cose si può riscoprire la famiglia ed il prossimo.
Dr. Luca Perrero
Direttore della SC Medicina fisica
e Riabilitazione - Neuroriabilitazione
dell'Ospedale di Alessandria
Ultima revisione il 17-09-2024