Borse di studio Giulio Campastro

Nella mattinata di sabato 5 novembre sono stata al Museo dei
Campionissimi, dove i coniugi Campastro hanno organizzato la consegna di
tre borse di studio a studenti del Liceo Classico in memoria del loro
compianto figlio Giulio.
Conoscevo già i Campastro, frequentando la loro stessa parrocchia, ma in
occasione di questa celebrazione li ho apprezzati ancora di più.
Senza retorica e senza autocommiserazione la madre ha parlato del figlio,
manifestando un grande affetto e un grande amore, quasi che la sua morte
non fosse un evento irreparabile, ma ne avesse solo trasformato l’essenza.
La perdita di un figlio è un dolore che non conosce fine, ma ciò non ha
impedito ai genitori di Giulio di metabolizzare la loro sofferenza e trasformarla
in un punto di partenza per far sì che il ricordo del loro figlio non venisse mai
meno.
Finita la celebrazione, ho pensato che sarebbe stata una fortuna avere avuto
Giulio come amico, perché non è mai facile trovare qualcuno che sia disposto
ad aiutarti e che ti inviti ad essere te stesso senza considerare la vita come
una gara in cui vince chi arriva primo.
La celebrazione non è stata affatto un triste evento, ma piuttosto un inno alla
vita: ha riunito persone diverse, in nome dei valori nei quali credeva Giulio e
nei quali,evidentemente, credevamo tutti noi presenti.
Ho provato anche una punta d’orgoglio per tutte quelle persone, Giulio
compreso, che in qualche modo erano legate alla mia scuola, al Liceo
Classico di Novi ligure, che accomunava me, Giulio e tutti i presenti in una
rete di qualità morali e intellettuali e in un clima culturale in cui ci
riconoscevamo.
Ho apprezzato anche i discorsi delle ragazze premiate, che hanno ricordato
l’esperienza di vita passata al Liceo Classico mostrando tutte grande
riconoscenza verso la nostra scuola, seppure con stili diversi: l’una in modo
colto e ufficiale, l’altra con grinta ed entusiasmo, e la terza con tanta
sensibilità e profondità.

Amalia Ghio 4^ACL